La legalizzazione delle sostanze estratte dalla cannabis è un tema molto scottante e sempre di grande attualità. Nel corso degli anni sono state varate diverse leggi e spesso si è fatta confusione riguardo la proibizione o meno dell'uso di tale sostanza. In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza e di capire ad oggi qual è la situazione normativa che regolamenta l'uso di sostanze quali il CBD e il THC. Se vuoi conoscere nel dettaglio la differenza tra queste due sostanze ti invito a visitare questa pagina per reperire più informazioni.
CBD vs THC: quale è possibile consumare
Occorre da subito fare una precisazione: non tutte le sostanze contenute all'interno della cannabis sativa sono legali. In particolare il consumo di THC non è consentito poiché è ritenuto da tutti gli organi scientifici una sostanza psicotropa, ossia in grado di creare potenzialmente dei disturbi al sistema nervoso. Benché il dibattito sia ancora in atto allo stato attuale delle cose non è possibile il suo consumo e, di conseguenza, il suo commercio.
Diverso è il discorso quando parliamo di CBD; questo cannabidiolo ha degli effetti per certi versi simili a quelli del THC ma non è ritenuta una sostanza psicotropa. Per tali motivi il suo utilizzo è consentito entro certi limiti, superati i quali si si corre il rischio di dover pagare delle sanzioni.
Entrambe le sostanze sono presenti nel nostro corpo seppure in quantità minima. L'utilizzo della cannabis sativa agisce sui recettori di tali sostanze aumentandone gli effetti. Questi possono anche essere di tipo benefico e terapeutico; ecco perché in alcuni Paesi l'utilizzo di cannabis per tali scopi è consentito. In Italia questo ancora non avviene se non per casi estremamente particolari.
La legalizzazione del CBD in Italia
La differenza sostanziale che permette al CBD di essere legale e non al THC è la capacità di creare dipendenza. Il CBD ha degli effetti molto minori rispetto al THC ed è per questo che non è considerata una sostanza tossica né una sostanza pericolosa; non dovrebbe generare dipendenza se il suo consumo rimane sotto gli standard. Il THC, al contrario, è considerata una sostanza in grado di creare dipendenza, altro motivo per il quale il suo utilizzo non è consentito legalmente.
Chiaramente la legalizzazione del CBD estratto dalla cannabis sativa ha portato anche all'apertura di numerosi esercizi commerciali, in Italia e in Europa, nei quali esso viene venduto. Non si corre mai il rischio di sbagliare o di assumerne in quantità tale da infrangere le regole, in quanto tali esercizi commerciali sono tenuti a rispettare le quantità massime di CBD indicate all'interno dei prodotti venduti.
Per quanto riguarda il THC, non essendo legale, non esiste attualmente in Italia la possibilità di acquistarlo. C'è inoltre da dire che, purtroppo, ci sono pochi controlli sul commercio illegale di questa sostanza ; così, oltre a rappresentare un rischio per quanto riguarda le quantità che se ne assumono, può essere addirittura mischiata ad altre sostanze che possono causare effetti davvero negativi sul nostro organismo.
Com'è la situazione in Europa
Per quanto riguarda la situazione europea le cose hanno preso una svolta quando, nel 2020, la Corte ha sancito la libera circolazione del CBD proibendo a tutti gli stati membri di vietarne il commercio. È necessario, però, fare una doverosa precisazione: il CBD deve provenire esclusivamente dalla canapa sativa e non dai semi o dai fiori. È consentito anche il suo uso in campo alimentare (nella preparazione di tè, tisane, biscotti, dolci) purché rispecchi queste direttive.
I reali effetti del CPD
Ma cosa provoca nell'organismo l'assunzione di CBD legale? C'è davvero una differenza rispetto al consumo di THC? La risposta è sì, c'è una differenza. Il CBD, come detto, ha come il THC effetti calmanti e rilassanti sull'organismo; tuttavia, questi effetti svaniscono dopo poco tempo e non creano dipendenza. Sono effetti momentanei che provocano una sensazione positiva ma che non portano il soggetto a sentire la necessità di doverne ancora usufruire.
Da molti anni, però, diversi studi scientifici stanno dimostrando come anche il CBD possa essere utile in campo terapeutico. Ancora non esiste nulla di ufficiale ma è noto che il CBD possa avere anche proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.
Un ultimo aspetto da considerare sono le eventuali controindicazioni, anche se al momento non sembrano esserci evidenze di effetti negativi sul nostro organismo.
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