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25
Mar
2021

Cosa bisogna fare per avviare un allevamento di struzzi

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Quali sono i principali aspetti organizzativi a cui si deve pensare nel caso in cui si desideri aprire un allevamento di struzzi? Per saperlo, ci siamo rivolti al team di Carnedistruzzo.it, che ha vissuto questa esperienza qualche anno fa.

Ha senso pensare di avviare un allevamento di struzzi al giorno d’oggi?

In linea di massima sì, poiché si tratta di un’attività che può essere gestita in modo piuttosto facile ma che al tempo stesso si può rivelare redditizia, specialmente in tempi di crisi. Il settore, per altro, è ritenuto in espansione, e i profitti che ne possono derivare sono più che buoni. In più c’è da dire che l’investimento richiesto in partenza non è troppo consistente, mentre non c’è bisogno di aspettare chissà quanto tempo per rientrare dei guadagni. Si hanno a disposizione, infatti, gli introiti che derivano non solo dalla vendita della carne, ma anche da quella delle uova, delle piume (che possono essere usate con finalità ornamentale) e dei pellami (che possono essere destinati ad accessori vari).

 

Perché un’attività imprenditoriale di questo tipo è appetibile?

Al momento nel nostro Paese l’allevamento struzzi non è una realtà così comune, e di certo lo è molto meno rispetto agli allevamenti di pecore, di capre, di conigli, di galline e di mucche. Questo è il motivo per cui vale la pena di farci un pensierino, anche perché i prodotti che si possono ottenere sono tanti. La carne di struzzo ha un sapore dolce e non è molto diversa dal filetto di bovino: anche se lo struzzo è un volatile, la sua è una carne rossa, a differenza dalla carne di tacchino e da quella di pollo, che invece sono bianche. Da uno struzzo con un peso medio di 1 quintale si ricavano 4 chili di muscolo e 30 chili di filetto, ma anche 6 chili di frattaglie, che in genere vengono destinate alla realizzazione dei salumi.

Ma che cosa serve per avviare un allevamento?

È bene tenere conto del fatto che si tratta di animali di dimensioni abbastanza importanti, e che di conseguenza devono potersi muovere in spazi abbastanza vasti. Gli struzzi non volano ma sono abituati a correre, in genere ad ali spiegate, percorrendo il perimetro del contesto in cui si trovano. Lo spazio deve essere per quanto possibile soleggiato, visto che le aree ombreggiate non sono gradite dagli struzzi, e ci deve essere sempre acqua potabile a disposizione. Il terreno ovviamente deve essere recintato, e non può mancare uno spazio riparato con una tettoia.

Che cosa si può vendere grazie a un allevamento di struzzi?

Della carne si è già detto. Le uova, a loro volta, possono essere destinate sia al consumo alimentare che alla produzione di oggetti decorativi e ornamentali. Con le piume si ottengono accessori per l’abbigliamento, mentre la pelle di struzzo serve per realizzare cinture e borse. Da uno struzzo si ottiene più o meno 1 metro e mezzo di pelle.

Come si può iniziare?

L’attività può essere cominciata con una coppia di struzzi: per comprare una femmina e un maschio si spendono più o meno 4.500 euro. Ciò che è necessario avere, invece, è uno spazio ampio, possibilmente non inferiore ai 500 metri quadri. Ovviamente, maggiore è il budget di partenza e più elevato è il numero di struzzi che possono essere comprati. Per la loro alimentazione sono necessari il fieno e l’erba medica, che nel corso della stagione invernale possono essere integrati con la crusca, con l’orzo e con il mais. Per la macellazione, gli struzzi vengono abbattuti a un’età di un anno.