Stampa
10
Ago
2018

Cosa sono i circuiti oleodinamici?

Pin It

Quando si parla di oleodinamica ci si riferisce a un ramo della fluidodinamica, noto anche con il nome di oleoidraulica, che ha a che fare con la trasmissione di energia attraverso i fluidi in pressione. Più nel dettaglio, un sistema oleodinamico è costituito da componenti che, usando un fluido, e cioè un olio idraulico, contribuiscono alla trasmissione di energia e forze. La sorgente di potenza è uno degli elementi base di un sistema di questo tipo, ed è rappresentata da una centralina o da una centrale oleodinamica, mentre i componenti di collegamento non sono altro che tubazioni, flessibili o rigide a seconda delle necessità. Ci sono, poi, gli organi di distribuzione, che comprendono i blocchi oleodinamici, i distributori e le valvole, ma non vanno dimenticati gli organi di accumulo, gli organi di filtrazione e gli attuatori, che corrispondono ai motori e ai cilindri.

 

I settori di applicazione

Consultando il sito di Elettromeccanica G.B. Capelli, si ha l'opportunità di scoprire alcuni dei numerosi settori di applicazione dei sistemi oleoidraulici, i quali possono essere impiegati sulle macchine agricole, sulle presse, sulle macchine utensili, sugli argani, sulle gru e sulle macchine per il movimento terra. Appare evidente, quindi, che gli ambiti coinvolti sono i più vari, da quello industriale a quello agricolo.

I software per la realizzazione dei sistemi oleoidraulici

Nell'ambito dell'oleodinamica, un ruolo molto importante è quello ricoperto dai software per la progettazione tecnica che vengono impiegati per disegnare i circuiti oleodinamici dei sistemi. Il lavoro può essere razionalizzato grazie a programmi CAD, che consentono di gestire con precisione le diverse caratteristiche tecniche che sono correlate alla rappresentazione degli impianti. Questa branca della fluidodinamica è strettamente legata con gli studi di ingegneria meccanica. La portata di olio idraulico, che costituisce il vettore energetico, che viene prodotta da una pompa che nella consueta applicazione oleodinamica è collocata in un circuito oleodinamico, è usata per spostare un martinetto o per fare entrare in azione un motore idraulico, in base all'effetto meccanico auspicato che può essere lineare o rotatorio. 

Il cilindro è un esempio di attuatore lineare oleodinamico, ed è formato da una camicia al cui interno scorre un pistone, che a sua volta spinge uno stelo da cui deriva il moto. In un trattore agricolo di grandi dimensioni, in un escavatore o in qualsiasi altra macchina per il movimento terra il moto rotatorio delle ruote è un esempio di applicazione oleodinamica, ma la stessa si può rintracciare anche negli argani che vengono usati per sollevare le reti dei pescherecci, in cui c'è bisogno di velocità angolari ridotte e coppie notevoli.

Le pompe

In un circuito di tipo idrostatico, le pompe che vengono impiegate sono di natura volumetrica, dal momento che si rendono necessari salti di pressione decisamente notevoli, pari a centinaia e centinaia di bar. Una pompa volumetrica può essere alternativa o rotativa; le pompe a ingranaggi, per esempio, sono rotative, mentre le pompe a pistoni sono alternative.

Una particolare tipologia di pompa adottata in circuiti oleodinamici è la pompa a pistoni assiali caratterizzata da una piastra inclinata: il blocco cilindri gira con l'albero di azionamento ed è calettato sullo stesso. Il numero di cavità cilindriche è pari a quello degli stantuffi. Nel momento in cui attraverso l'albero di azionamento il blocco cilindri viene messo in rotazione, una piastra ferma conferisce agli stantuffi il movimento alternativo che determina l'effetto di pompaggio. La piastra di distribuzione fissa contribuisce all'ingresso dell'olio e alla sua uscita.