Cosa si deve fare per vendere l'oro usato
Quando si ha in mente di vendere oro usato, è molto importante prestare la massima attenzione alle eventuali truffe in cui si potrebbe incappare. Pochi accorgimenti sono sufficienti per capire se l'interlocutore con cui si ha a che fare sia affidabile o meno: per esempio, è bene verificare che egli, dopo aver accettato l'oro, si preccupi di trascrivere i dati relativi sul registro apposito. Inoltre, occorre diffidare di chi, anche avendo superato la soglia dei mille euro, paga in contanti. Entrambi i comportamenti in questione cozzano con quanto previsto dalle norme in vigore, e quindi sono segnale di scarsa correttezza, un campanello di allarme da non sottovalutare.
Quanto viene pagato l'oro usato
Per l'oro usato non si può definire un prezzo fisso, dal momento che la quotazione varia in base ai singoli operatori. Questi ultimi hanno la libertà di scegliere il proprio margine di guadagno e quindi di stabilire la cifra che ritengono più opportuna. Proprio per questa ragione, prima di portare a termine una vendita conviene rivolgersi a più operatori, così da conoscere le quotazioni proposte da ognuno e scegliere quella più vantaggiosa. Va ricordato che la vendita è privata, il che vuol dire che non è prevista l'applicazione dell'Iva.
Il prezzo di acquisto dell'oro nei compro oro
A volte i compro oro mostrano in vetrina la quotazione che applicano, e cioè il prezzo di acquisto dell'oro usato. In genere, tuttavia, il valore in questione si riferisce all'oro puro 999. Non è detto che i gioielli che si è intenzionati a vendere siano di questo tipo, anzi è più probabile che si abbia a che fare con oro 750. Che cosa vuol dire? Nel caso dell'oro 999, tutte le parti sono in oro puro, mentre nel caso dell'oro 750 18 parti su 24 sono in oro puro e le altre sono costituite da altri metalli. L'oro 999 è, appunto, quello da 24 carati; l'oro 750, invece, è quello da 18 carati.
Come si vende l'oro
Nel vendere i propri metalli preziosi a un compro oro, è necessario sottoscrivere un modulo apposito all'interno del quale sono riportati i dati personali del venditore. Tale documento, inoltre, include tutte le informazioni utili a specificare le caratteristiche di ciò che si vende: la qualità, il peso, e così via. Una volta che il modulo è stato firmato, si ha diritto di incassare la cifra concordata; il compratore, invece, non potrà vendere ciò che ha acquistato nei 10 giorni successivi. In questo periodo l'oro dovrà rimanere in negozio; poi, dall'undicesimo giorno in poi, potrà essere ceduto. Per tutte le transazioni di almeno 1.000 euro, il metodo di pagamento deve essere tracciabile: il saldo, quindi, deve essere effettuato con un bonifico bancario o con un assegno.
I banchi metalli di Faggi
Un punto di riferimento prezioso - è proprio il caso di dirlo - in questo ambito è rappresentato dai banchi metalli Faggi, presenti nel distretto orafo di Arezzo e a Firenze. Grazie ad essi, la domanda e l'offerta di metallo fisico si possono incontrare con facilità, in virtù di un desk che mette a disposizione informazioni in tempo reale relative all'andamento delle valute e alle quotazioni dei metalli.
Che cosa serve per vendere l'oro
Quando ci si presenta in un centro autorizzato per vendere il proprio oro, è necessario avere con sé un documento di identità valido, come per esempio la carta di identità, il passaporto o la patente. L'incaricato a cui ci si rivolge è tenuto a trascrivere i dati personali del venditore sul registro delle compravendite degli oggetti preziosi usati, a disposizione della questura. Tutte le transazioni, infatti, sono comunicate alle forze dell'ordine.