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20
Ott
2017

Testamenti e luoghi comuni: quali sono quelli da sfatare

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A proposito di eredità e testamenti, ci sono alcuni luoghi comuni che sono duri a morire e che, però, favoriscono la diffusione di informazioni non veritiere. Per essere certi di non lasciarsi trarre in inganno da queste false credenze il consiglio è quello di fare riferimento a un avvocato esperto del settore, in grado di fornire dati precisi in linea con le normative in vigore. C'è chi pensa, per esempio, che facendo testamento nulla spetti agli eredi legittimi. Questo, però, non sempre è vero. Nel caso in cui all'interno del testamento sia inclusa la nomina di almeno un erede, infatti, la successione viene regolata sotto tutti i punti di vista da questo documento, il che vuol dire che gli eredi legittimi non hanno nulla da pretendere.

La casistica, però, è molto ampia: consultando il sito Avvocatoabologna.it di Sergio Armaroli, si può provare a capire quale comportamento assumere nel momento in cui ci si ritrova in una situazione di questo tipo. Può accadere, per esempio, che l'erede che è stato nominato all'interno del testamento decida di rinunciare all'eredità; tale rinuncia implica l'apertura della successione legittima, regolata dalla legge per fare sì che si possa individuare il soggetto che è chiamato a beneficiare dell'eredità del de cuius. Ciò avviene perché la successione rappresenta un fenomeno giuridico necessario: dopo la morte di ogni persona è indispensabile identificare uno o più successori che proseguano i loro rapporti giuridici.

Il sistema delle successioni

Nel nostro Paese, il sistema delle successioni è disciplinato dalla legge, che in qualsiasi caso identifica sempre almeno un erede nell'ambito della cerchia familiare, al di là del fatto che il testamento sia stato redatto oppure no. Nel caso in cui nessun parente entro il sesto grado accetti l'eredità o sia vivo al momento dell'apertura della successione, l'eredità è devoluta allo Stato. Con il testamento l'applicazione delle regole relative alla successione legittima può essere esclusa, ma questo non vuol dire che possano essere esclusi dalla successione i parenti che la legge individua: parenti che sono titolari di una quota di legittima, che spetta loro anche nell'eventualità in cui il testatore non gliela riconosca.

Il testamento scritto davanti al notaio

Il testamento non deve essere per forza scritto davanti al notaio, e non è vero che un testamento realizzato di fronte a un notaio abbia più valore rispetto agli altri. Che si abbia a che fare con un testamento pubblico, con un testamento olografo o con un testamento segreto, essi hanno lo stesso valore e si equivalgono sotto tutti i punti di vista. La sola condizione da rispettare è che il testamento sia redatto rispettando le regole previste dalla legge; dopodiché che esso venga redatto dal notaio o di mano dal testatore non cambia nulla, così come non è influente ai fini del suo valore il fatto che venga consegnato in plico sigillato a un notaio. Non bisogna dimenticare, poi, che qualsiasi tipo di testamento può venire revocato con un testamento successivo.

Che cosa succede se le volontà espresse in un testamento non vengono rispettate?

Per ottenere l'adempimento delle volontà che sono specificate all'interno di un testamento esistono delle azioni giudiziarie specifiche. Questo documento regola in ogni aspetto la successione di un soggetto defunto, anche se può accadere che esso resti lettera morta se nessuno avvia una causa in tribunale con l'obiettivo di fare in modo che le disposizioni testamentarie vengano eseguite. Questa possibilità - e cioè l'inizio di una causa - è rimessa alle intenzioni degli individui eventualmente coinvolti e interessati.

Non tutti sanno, inoltre, che i testamenti permettono di disporre anche di beni di cui non si è proprietari: si parla, in questo caso, di legato di cosa altrui. Entrando nel dettaglio, la legge prevede che un testatore abbia la facoltà di attribuire un certo bene, di cui pure non è proprietario, a condizione che si possa evincere la sua consapevolezza del fatto che il bene in questione non gli appartiene. Tale consapevolezza può essere dedotta dal testamento o da qualsiasi altro documento che sia stato scritto dal testatore. Nel momento in cui la successione viene aperta, gli eredi sono costretti a comprare il bene in questione dal terzo proprietario, sempre che nel frattempo il de cuius non ne fosse già diventato proprietario, per poi trasferirlo al beneficiario del legato.