Nel 2019 conviene investire in immobili?
Tra le tipologie di investimento più dure a morire nel nostro Paese c'è quella che chiama in causa il mattone: è una pratica consolidata tra gli italiani, infatti, quella di comprare un immobile con l'intento di concederlo in affitto e guadagnare con la resa della locazione, al fine di ricavare una rendita continuativa nel corso del tempo. Le variabili che devono essere prese in considerazione in previsione di un investimento simile, però, sono molteplici: occorre valutarle con grande attenzione per riuscire a scoprire se sarà realmente vantaggioso l'acquisto di una casa da dare in affitto, anche in funzione del contesto in cui si opera, e quindi della situazione del mercato immobiliare.
Il 2019 del mercato immobiliare
La stabilità è la condizione che caratterizza questo 2019 in Italia sul fronte del mercato immobiliare. I primi sei mesi del 2018, invece, erano stati molto diversi, con un calo continuo delle quotazioni che seguiva quello già andato in scena nel 2017. Allo stato attuale, invece, si riscontrano trend più stabili. Le famiglie continuano a comprare casa e a investire nel settore residenziale, sperando di guadagnare non solo con le locazioni più lunghe, ma anche tramite gli affitti brevi. Questi ultimi stanno conoscendo un periodo di notevole successo, complice il boom di un fenomeno come Airbnb, in virtù dei quali i proprietari di immobili hanno l'opportunità di intercettare turisti che hanno bisogno di un alloggio momentaneo, non solo nelle grandi città.
La locazione ordinaria
Dagli studenti universitari alle persone che si trasferiscono per lavoro, sono molti i potenziali destinatari delle offerte di locazione ordinaria, che non a caso sono in costante crescita, per altro in un periodo nel quale restano bassi i prezzi di acquisto degli immobili. Ciò non toglie che gli investimenti immobiliari nel settore residenziali restino, allo stato attuale, un'occasione di rendita da non sottovalutare. Il momento di più grande splendore, almeno restringendo il campo ai tempi più recenti, per il mercato immobiliare commerciale nel nostro Paese va fatto risalire al 2017, anno in cui è stato registrato un primato storico in relazione al fatturato correlato alle compravendite. Diverso il discorso valido per il 2018, che è cominciato con un lieve calo delle vendite, anche se poi nel secondo semestre c'è stata una ripresa importante. Allo stato attuale, il 15% del mercato immobiliare è rappresentato dagli immobili a destinazione commerciale, produttiva o gestionale, per un volume di affari di circa 15 miliardi e 700 milioni di euro all'anno.
Le quotazioni degli immobili commerciali
Nel mercato immobiliare nostrano, per altro, non si notano differenze particolari tra le quotazioni relative agli immobili commerciali e quelle degli altri comparti. Nel corso degli ultimi 5 anni, per i capannoni si è verificato un calo dei prezzi attorno al 20%, mentre per i negozi la discesa si è fermata al 15%; un po' meglio è andata nel caso dei negozi, dove il trend al ribasso, sempre prendendo in considerazione l'ultimo quinquennio, si è fermato al 10%. La metà delle transazioni relative agli immobili commerciali dal 2013 in poi ha riguardato i negozi e i laboratori, con la rimanente quota diviso in modo quasi uguale tra i capannoni e gli uffici.
Sì, ma allora dove conviene investire?
A questo punto è legittimo domandarsi quale sia il settore in cui sia più conveniente investire nel settore immobiliare in questo momento? Una risposta univoca a ben vedere non c'è, dal momento che ogni realtà geografica ed economica ha delle prerogative che devono essere prese in considerazione per una scelta oculata: a Bologna, per esempio, ci si potrebbe orientare sui magazzini e sulla logistica, mentre in città turistiche come Firenze e Roma a prevalere sono gli acquisti relativi alle attività alberghiere o al retail.