DISFIDA DELLO STOCCAFISSO SLOW FOOD PREMIA IL CUOCO GENOVESE FEDERICO DANOVARO
A Villa Cordellina Lombardi a Montecchio Maggiore (Vi) si è svolto il concorso nazionale «Disfida dello Stoccafisso» al quale ha partecipato una giovane promessa della cucina italiana, lo chef Federico Danovaro, vincitore del premio «Giuria popolare» consegnatogli dal presidente di Slow Food, Roberto Burdese.
L'associazione internazionale Slow food, nata per prima in Italia nel 1986, come risposta al dilagare del fast food, promuove il gusto e la qualità originari dei cibi oltre che la buona tavola, quali espressioni di tradizioni agricole ed enogastronomiche di ogni parte del mondo.
Federico Danovaro, giovanissimo cuoco genovese con al suo attivo un ricco curriculum costellato di premi, corsi e master, da non molto tornato dal Texas, sostiene convinto il valore internazionale della cucina italiana: «Durante il mio soggiorno di circa due mesi a Dallas, in cui si è svolta l'inaugurazione del milanese Bice Restaurant, ho potuto riscontrare che la nostra cucina è considerata con occhi di riguardo, e noi cuochi italiani potevamo mangiare nei più famosi ristoranti americani senza mettere mano al portafogli».
Dopo aver conseguito il diploma di maturità alberghiera presso l'Istituto Marco Polo di Genova, Federico ha iniziato la sua esperienza di cuoco attraverso numerosi stage in rinomati locali della riviera. La sua formazione si è accresciuta di master enogastronomici e di particolari corsi di decorazioni al piatto, che gli hanno permesso di qualificarsi presso concorsi specifici, come il concorso nazionale «Zucche intagliate» alla Fiera Millenaria di Gonzaga. Ultimo il concorso nazionale «Disfida dello Stoccafisso» che gli ha valso il primo premio della giuria e della sua giovane carriera, rivelatasi precocemente: «Non mi ricordo personalmente, ma dai racconti dei miei familiari, ho saputo che fin da piccolissimo amavo sorprendere tutti in cucina con i primi attrezzi del mestiere, e spiavo assorto mia madre quando preparava i dolci, desideroso di aiutarla con le mie manine».