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10
Mar
2009

PRODOTTI TIPICI LIGURI IL CANESTRELLO DI TORRIGLIA

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I CANESTRELLI DI TORRIGLIA
Se il nostro pensiero va alla grama esistenza che in questi monti si trascinava nel secoli passati si può capire meglio il valore e l'evoluzione del canestrello.
Consideriamo che solo mezzo secolo fa sull'albero di Natale si appendeva al massimo qualche arancio o mandarino e quindi possiamo intuire la cura, l'attenzione e la parsimonia con cui le nostre nonne mescolavano i preziosi ingredienti.
A tutto questo aggiungiamo il fatto che qualche secolo fa in queste zone i cereali più coltivati erano segale, veccia, scandella, la presenza del frumento e quindi di farina bianca era ben rara.
Abbiamo ancora notizia del canestrelletto giallo o di farina di melica.
Con questa premessa si può certo considerare molto antica la presenza di questo dolce nel nostri monti.
Si rileva traccia di rotelle o "ruette" come nei paesi fliscani si definiscono i canestrelli persino nella monetazione della Repubblica Genovese del Sec.XIII quale simbolo di abbondanza.
 La prima coniazione del Genovino d'oro da parte della Repubblica Genovese si registra nel 1252 in connessione con l'attività mercantile di Tedisio e Nicolò dei Fieschi di Torriglia e di Opizzo dei Fieschi di Savignone, fratelli e nipote del Papa Innocenzo IV che gestivano una società operante nel mediterraneo occidentale.
Questa società che fruttò enormi guadagni ai Fieschi, si procurò un punto d'approdo vicino alla zona aurifera di Palola.(insula palola ubi aurum colligitur) il che permise di acquisire grandi quantità d'oro da introdurre sul mercato genovese.
 

Fu quindi possibile coniare dopo tanti secoli bui, primi nell'Italia di quei tempi, una moneta d'oro, il Genovino, che fatto curioso, porta impressa l'immagine di ben sette canestrelli a sei punte, simbolo di abbondanza.
A conferma di questa tesi sappiamo che a Crevacuore, paese del Biellese, esiste un dolce tipico molto apprezzato e ben commercializzato: il Canestrello.
La probabile connessione fra le due comunità sta nei comuni feudatari, I Fieschi del Ramo di Torriglia, signori di Masserano e Crevacuore.
Prima traccia documentale certa del canestrello risale al 1576 quando un mulattiere viene accoltellato e derubato della merce che trasportava sulla "via pubblica" della Trebbia "in mira del Casone dei Donderi" nella lista appare anche "un cavagno di damasche e canestrelli".
L'antica ricetta del canestrelletti di Torriglia é questa:
Farina.....libbre, zucchero.....oncie,burro.....oncie, 4 rossi di uova, liquore e limone gratuggiato.
Sappiamo che le once e le libbre sono misure in uso nella Repubblica di Genova sino ai primi dell'ottocento quando l'adesione al sistema metrico le sostituisce con quelle attuali.
Sappiamo ancora che a fine Settecento gli iscritti alla Confraternita di S.Vincenzo di Torriglia pagavano ogni anno “una mutta” (sorta di moneta piemontese) e ricevevano   un canestrello.
I primi tentativi di commercializzazione del prodotto risalgono al 1820 quando la Signora Maria Avanzino detta Pollicina sposava Giuseppe Dondero, proprietario del primo Bar Caffè di Torriglia aperto in Via Roma, dotato di pianoforte e frequentato dai notabili e dalle autorità del paese e da questi battezzato "Aragno", bar allora illustre a Roma e iniziava la vendita fra gli avventori.
Attualmente l'attività di produzione del Canestrello di Torriglia protetto da Marchio registrato è svolta da otto produttori ( Un laboratorio, due pasticcerie, due forni pasticceria e tre rivendite di commestibili )

Fonte altavaltrebbia.net