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08
Apr
2022

Dermatite bollosa: quali sono le cause?

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La comparsa di vesciche e di bolle sulla cute è il tratto peculiare che contraddistingue la dermatite bollosa, una specifica tipologia di irritazione che si può presentare in forme differenti: ecco perché le cause che la generano sono molteplici. La dermatite bollosa, infatti, può essere la conseguenza di un congelamento o, al contrario di una ustione; oppure può essere dovuta al contatto diretto con sostanze vegetali fotoreattive e a una eccessiva esposizione ai raggi UV. Anche la gravidanza può provocare una specifica tipologia di irritazione bollosa: si parla in questo caso di pemfigoide della gravidanza.

 

Perché compare la dermatite bollosa

La predisposizione genetica è un’altra delle possibili cause della dermatite bollosa, visto che si tratta di una malattia autoimmune. Ci possono, poi, essere motivi di natura virale, a cominciare dall’herpes virus, o batterica. Infine, le bolle possono essere dovute al veleno di insetti, fra i quali la cantaridina. In tutti i casi, il sintomo più evidente di questo disturbo è rappresentato dalla formazione di vesciche o bolle, che coinvolgono varie parti del corpo ma in modo particolare il torace, il dorso, le braccia e le gambe. Molto spesso l’infiammazione si manifesta prima nelle mucose della bocca, e quindi sulla mucosa labiale, sulle gengive e sulla lingua. Se le bolle sulla cute si rompono, si possono verificare ulcere, infezioni o altre complicanze.

Le varie forme di dermatite bollosa

Abbiamo già fatto cenno alla pemfigoide della gravidanza. Questa forma di infiammazione è conosciuta anche con il nome di herpes gestationis, e può presentarsi sia nel corso della gestazione che, più di frequente, subito dopo il parto. Il prurito, le vesciche e le bolle sono i sintomi principali, mentre le zone interessate sono soprattutto quella addominale e quella del torace, insieme con le braccia e le gambe. L’epidermolisi bollosa acquisita può essere di tipo infiammatorio o cronica; nel secondo caso, dopo la guarigione nei punti in cui c’erano le bolle restano delle cicatrici piuttosto visibili, soprattutto sul dorso delle mani. C’è, poi, la dermatite erpetiforme, così denominata perché contraddistinta dalla comparsa di vesciche e bolle il cui aspetto ricorda quello delle bolle dovute ad Herpes Zoster. In questo caso le parti del corpo più colpite sono i glutei, il collo, il viso, la parte lombare, le spalle, le ginocchia e i gomiti. La forma di dermatite bollosa più frequente consiste, in ogni caso, nel pemfigo bolloso, che si manifesta in modo particolare in persone con più di 70 anni. In questo caso le bolle si formano sotto la pelle; hanno dimensioni differenti e sono piene di liquido. Anche se causano un prurito molto intenso, una volta guarite non lasciano cicatrici.

Come si cura la dermatite bollosa

Per giungere a una diagnosi della dermatite bollosa c’è bisogno di una biopsia cutanea e di specifici esami del sangue. In seguito alla diagnosi, poi, è lo specialista a suggerire il trattamento che ritiene più opportuno, anche a seconda delle caratteristiche dell’irritazione. Non esiste una terapia sola a cui si possa ricorrere. In molti casi al fine di contenere l’infiammazione si raccomanda l’uso di creme a base di corticosteroidi, a maggior ragione nel caso in cui si abbia a che fare con una patologia che non è ancora in fase avanzata. Quando la dermatite bollosa non è più agli inizi, invece, si usano dei farmaci corticosteroidi da somministrare per via orale o per iniezione. Inoltre, si possono prescrivere le tetracicline, che sono degli antibiotici, o dei farmaci immunosoppressori in casi molto gravi. Quasi sempre l’irritazione da bolle reagisce con successo alle terapie, ma non si può escludere la possibilità che, una volta concluso il trattamento, il problema si riproponga.

Il trapianto di pelle

Sette anni fa gli specialisti del Dipartimento di medicina rigenerativa dell’università di Modena e Reggio Emilia hanno realizzato il primo trapianto di pelle, grazie a Michele De Luca, su un bambino di 7 anni. Sul corpo del bambino è stato trapiantato l’80% di pelle. Il piccolo, di origine siriana, soffriva di epidermolisi bollosa giunzionale, e al tempo era in coma farmacologico per colpa della patologia. Dopo due anni dal trapianto, ha potuto riprendere una vita pressoché normale, e la pelle ha beneficiato di diversi cicli di rinnovamento.