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01
Ago
2022

Aprire un e-commerce: come fare e quanto costa?

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La burocrazia è il più importante ostacolo contro cui si va a sbattere quando si deve aprire un e-commerce. Da questo punto di vista, le regole da seguire sono uguali a quelle con cui si avrebbe a che fare dovendo avviare un negozio fisico, anche se per alcuni aspetti l’iter è più snello. Il quadro normativo di riferimento è rappresentato dalla Direttiva 2000/31/CE, in base alla quale non c’è bisogno di autorizzazioni preventive per aprire un negozio virtuale.

Che cos’è un e-commerce

Quando si parla di e-commerce, o di commercio elettronico, si fa riferimento alla vendita, per mezzo di piattaforme online o di marketplace; in ogni caso attraverso un mezzo elettronico. La differenza fra il commercio elettronico diretto e quello indiretto sta nel fatto che il primo si avvale dei servizi Internet, adoperati come intermediari per la vendita degli articoli. Esiste, poi, un’altra distinzione importante: quella tra venditori privati, che effettuano soltanto transazioni sporadiche e di lieve entità (pensiamo, ad esempio, ad un musicista che rivende online la sua “vecchia” chitarra), e commercianti a tutti gli effetti, ovvero coloro che gestiscono un business continuativo come fonte di sostentamento.

Che cosa serve per aprire un e-commerce

Se si ricade nella seconda categoria, è indispensabile creare una nuova ditta, aprire una partita Iva ed iscriversi presso la Gestione Commercianti Inps. Inoltre non bisogna dimenticarsi di rivolgersi allo Sportello Unico per le Attività Produttive, facendo riferimento al Comune nel quale l’attività viene registrata per presentare la SCIA. Qualora si abbia intenzione di vendere sia in Italia che in altri Paesi della UE è indispensabile registrarsi presso la banca dati Vat Information Exchange System.

I costi da affrontare

L’avvio di un e-commerce presuppone diversi costi, che hanno a che fare tra l’altro con le pratiche burocratiche di cui abbiamo parlato fino a questo momento e con la SCIA, ma anche con il diritto annuale e i diritti di segreteria da versare alla Camera di Commercio, senza dimenticare la partita Iva. E non è tutto, perché ci sono anche i compensi dei professionisti a cui ci si deve rivolgere per essere certi di rispettare le norme in vigore. In alternativa, è possibile completare l’iter burocratico e gestire gli adempimenti con l’aiuto di Fiscozen, un vero e proprio consulente fiscale low cost, che ti affianca nelle fasi più delicate, tra cui la scelta tra regime semplificato e forfettario, il calcolo delle tasse, ecc..

Il costo di un e-commerce

Come si è visto, i costi di apertura di un e-commerce non riguardano unicamente lo sviluppo concreto del sito, ma anche le diverse operazioni che fanno da contorno alla costruzione vera e propria del portale. Per esempio, ancora prima di lanciare il sito online è indispensabile provvedere a una meticolosa analisi del progetto che si ha in mente e delle caratteristiche del mercato di cui si vuol far parte. In questo modo non si corre il rischio di sottovalutare eventuali costi previsti e si ha la certezza di entrare nel mercato con il giusto approccio, sulla base di prospettive realistiche e di obiettivi realizzabili.

Lo sviluppo del negozio online

Una volta che la fase di analisi preventiva è stata portata a termine, si può passare al momento dello sviluppo, per il quale è necessario individuare le soluzioni tecniche che si reputano più adatte al proprio progetto. Il suggerimento è di puntare su un budget limitato, anche perché in ogni caso gli investimenti potranno essere aumentati in seguito. Una parte del budget deve essere destinata anche alla promozione, ma prima di procedere in tal senso occorre avere ben chiaro in mente quale tipo di negozio si vuol creare, per esempio se avendo come clienti i consumatori finali o altre imprese. Da queste valutazioni dipendono, fra l’altro la gestione della logistica e la definizione della struttura del sito, oltre alle varie strategie per commercializzare il negozio.