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02
Ago
2017

Il trapianto dei capelli come rimedio alla calvizie

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Per molte persone, le calvizie rappresenta un problema molto grave, sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista psicologico: la sua cura può avvenire solo tramite un trattamento chirurgico, che varia in funzione delle aspettative del singolo soggetto, della situazione locale dell'area donatrice e - ovviamente - del grado di perdita dei capelli. Ciò vuol dire che non si può parlare di una terapia chirurgica universale, in quanto ogni situazione specifica ha bisogno di un trattamento particolare.

Il trapianto e autotrapianto capelli di si basa su una tecnica all'avanguardia che è in grado di garantire risultati ottimali. Si parla, in particolare, di autotrapianto Fut, dove Fut è l'acronimo di Follicular Unit Transplantation: in pratica, dalla regione occipitale della persona interessata viene prelavata una striscia di cuoio capelluto. Si sceglie la regione occipitale non a caso, in quanto si tratta di una zona che non subisce influenze di tipo ormonale: insomma, è l'area donatrice perfetta, poiché qui non c'è il rischio di caduta dei capelli(che è determinato proprio dall'azione degli ormoni). Una volta che la striscia di cuoio capelluto è stata asportata, si utilizza una tecnica particolare per suturare la zona donatrice: ciò che rimane è una cicatrice lineare quasi invisibile, dello spessore di un paio di millimetri al massimo, che può essere nascosta senza problemi. Si tratta di una cicatrice estetica, insomma, mentre l'angolo di crescita dei capelli viene rispettato.

Come funziona il trapianto capelli

La striscia di cuoio capelluto che è stata prelevata è sottoposta al trattamento di un personale qualificato e specializzato che si avvale di stereomicroscopi ottici per suddividerla: ne derivano migliaia di unità follicolari che sono composte da un bulbo, da due bulbi, da tre bulbi o da quattro bulbi. Si ottengono, pertanto, degli innesti che - una volta contati - sono allineati in funzione della grandezza, per poi essere messi a disposizione del chirurgo che andrà a trapiantarli dopo avere praticato delle microincisioni in corrispondenza dell'area ricevente.

Un'altra tecnica di trapianto capelli che può essere messa in pratica è la Fue, acronimo di Follicular Unit Extraction: in questo caso, si tratta di andare a rinfoltire i capelli in una maniera che non è per niente invasiva, visto che non presuppone il ricorso a losanghe di cuoio capelluto che siano prese dalla nuca. Occorre, però, tagliare i capelli fino alla radice: per gli uomini questo può non essere un inconveniente, ma è facile immaginare che per le donne a volte ci siano resistenze maggiori da affrontare.

Va detto che la Fue presenta un paio di controindicazioni rispetto alla Fut: prima di tutto perché è meno rapida, e in secondo luogo perché non consente un numero di innesti troppo elevato nell'unità di tempo. Sotto il profilo estetico, comunque, non ci sono effetti collaterali: anche le cicatrici che rimangono sono puntiformi e difficili da notare, se non con una osservazione molto attenta. La tecnica con la quale vengono estratte le unità follicolari è poco traumatica: la zona donatrice non è solo quella occipitale, ma viene coinvolta anche la zona parietale. Si usano dei microbisturi per estrarre i follicoli: ecco perché si assiste alla comparsa di forellini che, in ogni caso, nel giro di pochi giorni si richiudono da soli (non c'è, quindi, la necessità di usare dei punti).