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18
Dic
2009

VERTICE COPENHAGEN. LEGAMBIENTE LIGURIA: "PARTITO MALE, CONCLUSO PEGGIO.

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Non era cominciata nel migliore dei modi la Conferenza di Copenhagen con la pubblicazione da parte del "The Guardian" di una bozza di accordo preparata dalla presidenza danese che ha fatto infuriare i paesi più esposti ai mutamenti climatici. Il piccolo Stato delle Isole Tuvalu, la cui popolazione rischia di essere completamente sommersa dall' innalzamento dei mari, aveva immediatamente protestato e chiesto la sospensione dei lavori.  Sono seguite le proteste dei paesi in via di sviluppo riuniti nel gruppo del G77 in un incontro con le ONG presenti al vertice. Il rappresentate sudanese ha paragonato lo sforzo economico necessario a limitare i danni dai cambiamenti climatici a quello del piano Marshall Americano per il rilancio dei paesi europei colpiti e impoveriti dal secondo conflitto mondiale, criticando l'esiguo finanziamento di 7,2 miliardi di dollari dell'Unione Europea, sino al 2012.

Intanto la società civile, rappresentata da moltissime associazioni, sindacati, agricoltori e popoli indigeni provenienti dai quattro angoli del Pianeta, cominciava le mobilitazioni per chiedere giustizia climatica e sabato 12 dicembre  sono state riempite le piazze e le strade della città con oltre centomila pacifici partecipanti.

Nel frattempo la polizia ha cominciato a far comprendere quale sarebbe stato l'atteggiamento che sarebbe stato dedicato alla società civile nella settimana successiva. Grazie alla legge promulgata ad hoc che consente arresti preventivi per evitare il disturbo dell'ordine pubblico è stata isolata una porzione di corteo ed effettuati centinaia di fermi, solo alcuni dei quali poi trasformati in arresti.

Cominciando la seconda settimana di conferenza le prime sorprese anche all'interno del Bella Center, il Centro Congressi dove si è svolta la COP15, con le restrizioni e forti riduzioni degli ingressi alle organizzazioni non governative e agli accreditati che sarebbero state effettuate a partire dal giorno successivo.

La situazione dei negoziati ha cominciato a precipitare quando, in una conferenza stampa, i parlamentari africani hanno espresso grave preoccupazione per il proseguimento dei negoziati in corso rivendicano l’approccio che caratterizza il Protocollo di Kyoto per cui vi sono responsabilità comuni sul cambiamento climatico in atto ma queste devono avere un peso ed essere differenziate tra paesi ricchi e quelli in via di sviluppo.

La protesta della società civile ha visto l'organizzazione, l'altro ieri,  di un corteo interno al Bella Center, che avrebbe dovuto raggiungere all'esterno i manifestanti provenienti da Copenhagen, per simboleggiare una riunione e comunione fra i popoli e per poter svolgere la prevista e annunciata "Assemblea dei popoli". La pacifica manifestazione organizzata del network "Climate Justice Now!" si e´sviluppata e caratterizzata dagli slogan che rivendicavano azioni concrete e immediate contro i mutamenti climatici. Gli attivisti delle associazioni ambientaliste, del commercio equo e solidale, i pacifisti insieme a sindacalisti studenti e rappresentanti delle popolazioni indigene, sono stati bloccati su un ponte, pochi centinaia di metri oltre l'uscita, e dispersi alcuni minuti dopo con una carica della polizia.

" Con l'organizzazione del Klimaforum09, il Vertice alternativo a quello ufficiale, la redazione della "Dichiarazione dei popoli", siglata da oltre 400 associazioni in tutto il mondo - commenta Santo Grammatico, rientrato da Copenhagen - con i tanti momenti di confronto, approfondimento e le manifestazioni indette, abbiamo dimostrato ancora una volta che la società civile organizzata è più avanti della politica. A questo movimento è stato impedito di partecipare ai lavori ed è vergognoso vedere oggi, sul sito ufficiale della COP15 la proposta di un luogo alternativo dove discutere con coloro che sono stati esclusi. Degli oltre 34.000 delegati solo 90 hanno oggi accesso al Bella Center. Ormai siamo alle battute finali e la conclusione di questo Vertice è assolutamente deludente".

 

Dopo l'insoddisfacente discorso di Obama di questa mattina, sembrano allontanarsi definitivamente i presupposti per un accordo. Tutti gli incontri multilaterali del Presidente Americano sono cominciati in ritardo, alcuni non si sono svolti e gli ultimi del pomeriggio non si sa se avverranno. Grande frustrazione dei manifestanti intorno al Bella Center, molti dei quali si sono tagliati i capelli e li hanno dispersi in segno di protesta.

Martedì 22 dicembre a Genova, alle ore 17.30 presso lo Starhotel President si svolgerà l'incontro "DOPO COPENHAGEN, NON SVENDETE IL NOSTRO FUTURO. CLIMATE JUSTICE NOW!",  a cura di Fair, Legambiente ed Arci.