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22
Apr
2007

I MARTEDIí LETTERARI DEL CASINO' DI SANREMO RICORDANO LA FIGURA DI FELICE CASCIONE

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Nella ricorrenza del 25 Aprile, festa della Liberazione, martedì 24 aprile nel teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo ore 16.30 verrà ricordata la figura del medico partigiano Felice Cascione. In collaborazione con L’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea Giovanni Bogliolo, Magnifico Rettore dell’ateneo di Perugia presenta il libro:” Felice Cascione e la sua canzone immortale.” Sarà presente l’autore Francesco Biga. Partecipano il presidente della provincia di Imperia, Gianni Giuliano, in qualità di Presidente dell’ Assemblea dell’Istituto Storico della Resistenza, l’On. le Manfredo Manfredi, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza.

Verrà allestita una mostra di cimeli storici.

Scrive l’autore, Francesco Biga:
“ In questo lavoro il nostro scopo è anche quello di ulteriormente approfondire la conoscenza della personalità di questo nostro compagno dal lato intellettuale e ciò a nostro avviso, dovrebbe anche integrarsi con l’importante argomento preso in considerazione: la storia della canzone “Fischia il Vento” di cui il testo è proprio del genio di Felice Cascione. Testo che ha composto, possiamo dire, alla vigilia della fine della sua vita, conclusasi in una eroica ma tragica apoteosi.

Scrive nella Prefazione del libro Cav. Fernando Bergonzo presidente provinciale Anpi imperiese:

“ Il tuo nome è ora leggendario, molti furono quelli che infiammati dal tuo esempio s’arruolarono sotto al tua bandiera…”, scrisse Italo Calvino su “la Voce della Democrazia” il primo maggio 1945 riferendosi a Felice Cascione. Ed ha fatto bene il professore Francesco Biga a comporre un secondo  libro su questo nostro contemporaneo, diventato il simbolo eroico della Resistenza imperiese, di cui mi sento onorato scriverne la Presentazione.

Dieci anni fa usciva un primo volume dello stesso autore, intitolato appunto “Felice Cascione” seguito da un sottotitolo che ne delineava il personaggio “La breve esistenza di un medico, comandato partigiano nel ponente ligure, medaglia d’oro al valore militare, alla memoria, rappresentato nell’insieme da una magnifica copertina, ideata dalla bravura dell’editore A. Dominici, illustrato da una sessantina di fotografie inedite, a complemento dei suoi dodici capitoli.

Ma il presente volume ha qualcosa di più che delineare con vigore e completezza l’intera vita di Felice nella sua giovinezza, nelle sue capacità sportive, nei suoi studi universitari, nella sua inclinazione poetica dimostrata con la canzone “Fischia il vento”, e nell’eroismo che si compenetra con la sua morte gloriosa.  
 
 

Dalle lettere di Cascione alla Madre:

“ …Certamente fatti gravi ci attendono al varco. Tu stai sempre calma e ricorda che in tutte le difficoltà che si presentano, giova molto ritirarsi in noi stessi. Così si sostengono anche i colpi più duri… Voglio pensare che tu ti riposerai, in questi giorni, dalle fatiche di questo lungo tuo pellegrinare: sei una donna di fero e lo spirito indomito ti aiuta il corpo nelle prove più terribili. Ed io ho il tuo sangue…

Felice Cascione

Nato ad Imperia il 2 maggio 1918, morto in Val Pennavaira (Savona) il 27 gennaio 1944, medico chirurgo, Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Attivo antifascista sin dal 1940, Cascione si era laureato a Bologna nel 1942. L’anno dopo, mentre stava crescendo la sua fama di medico sensibile e generoso, "U megu" (il dottore), fu alla testa, insieme alla madre, delle manifestazioni popolari ad Imperia per la caduta del fascismo. Ciò gli valse il carcere, governava Badoglio, sin quasi all’armistizio.

Con l’8 settembre, raccolto con sé un piccolo numero di giovani, Cascione organizzò in località Magaletto Diano Castello la prima banda partigiana dell’Imperiese. Le azioni vittoriose contro gli occupanti e contro i fascisti si alternavano all’assistenza che quel giovane medico – "bello e vigoroso come un greco antico", com’ebbe a descriverlo Alessandro Natta – prestava ai montanari delle valli da Albenga ad Ormea.

Fu proprio la sua generosità di medico a tradire Cascione. In uno scontro con i fascisti, in quella che si ricorderà come "la battaglia di Montegrazie", i partigiani catturano un tenente e un milite della Brigate nere, tal Michele Dogliotti. I due prigionieri rappresentano un impaccio e, dopo un sommario processo, si decide di eliminarli. Interviene "U megu": "Ho studiato venti anni per salvare la vita di un uomo e ora voi volete che io permetta di uccidere? Teniamoli con noi e cerchiamo di fargli capire". Così i due fascisti seguono la banda in tutti i suoi spostamenti. Cascione si prende particolarmente cura di Dogliotti, che è piuttosto malandato, e divide con lui le coperte, il rancio, le sigarette. A chi diffida e tenta di metterlo sull’avviso replica: "Non è colpa di Dogliotti, se non ha avuto una madre che l’abbia saputo educare alla libertà".

Passa circa un mese e il brigatista nero fugge. Pochi giorni dopo, Dogliotti guida alcune centinaia di nazifascisti verso le alture intorno ad Ormea, che sa occupate da unità garibaldine. All’alba la battaglia divampa dal versante di Nasino di Albenga. "U megu", con i suoi, tenta un colpo di mano per rifornirsi di munizioni.  
 

Il tentativo fallisce; Cascione, gravemente ferito, rifiuta ogni soccorso e tenta di coprire il ripiegamento dei suoi uomini. Ma due di loro non se la sentono di abbandonarlo e tornano indietro: Emiliano Mercati e Giuseppe Castellucci incappano nei fascisti. Mercati sfugge alla cattura; Castellucci, ferito, è selvaggiamente torturato perché dica dov’è il comandante. Cascione, quasi agonizzante, sente i lamenti del suo uomo seviziato, si solleva da terra e urla: "Il capo sono io!". Viene crivellato di colpi.

Il 27 aprile 2003, sulle alture alle spalle di Albenga è stato inaugurato un monumento, dedicato alla pace e alla resistenza ligure, in memoria di Felice Cascione, che a suo tempo, tra l’altro, compose le parole dell’inno partigiano "Fischia il vento". La stele, opera donata dallo scultore tedesco Rainer Kriester, era stata sfregiata, tre giorni prima dell’inaugurazione, da neofascisti che avevano anche tentato inutilmente di scalzarla dalle fondamenta.

(Testo tratto dall’archivio del’Anpi associazione Nazionale Partigiani d’Italia)
 
 
 

Francesco Biga
È nato a Cervo il 16 gennaio 1924.
Partigiano combattente garibaldino, amministratore pubblico, sindaco, consigliere provinciale e docente.
Attualmente è direttore scientifico dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età  Contemporanea di Imperia.
Autore di volumi e saggi di storia moderna e contemporanea, pubblicati, per oltre quattromila pagine.


Giovanni Bogliolo
Nato a Laigueglia (Savona) il 29 giugno 1938
laureato in Lettere e Filosofia nel 1961 e da allora, a vario titolo - prima come assistente straordinario, poi come professore incaricato (dal 1968) e assistente di ruolo (1970), infine (dal 1981) come professore ordinario - docente di Lingua e Letteratura Francese nell'Università di Urbino “Carlo Bo”.

      dal 1986 al 1998 Direttore dell'Istituto di Lingue "Leone Traverso"
      dal 1986 al 2001 Direttore del Centro Linguistico di Ateneo
      dal 1991 al 2000 Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere.
      dal 1998 al 2000 Presidente della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lingue e Letterature Straniere
      dal 16 X 2000 al 21 VII 2001 Pro-rettore dell'Università di Urbino “Carlo Bo”.
      dal 1° XI 2001 Rettore dell'Università di Urbino “Carlo Bo”.
      il 16 giugno 2005 rieletto Rettore dell’Università di Urbino “Carlo Bo” per il quadriennio 2005/06- 2008/09

      Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana  

      Collabora a LA STAMPA – Tuttolibri e a QN.

      Dirige la collana  "Peregre" della Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” e le collane "A livre ouvert" e "Pour lire..." dell'editore C.I.D.E.B.

      Presidente dei Premio “Gentile da Fabriano” e dei premi letterari "Alassio Cento libri – Un autore per l’Europa" e Frontino-Montefeltro.

 
BIBLIOGRAFIA

A. Volumi
- Lessico Corbieriano.Indice analitico e dati statistici del vocabolario delle "Amours jaunes", Urbino, Argalia, 1975, pp. 135
-  Lo spazio della lettura. Teorie ed esperienze della "Nouvelle Critique", Roma, Lucarini, 1978, pp. 125
-  Repertorio francese. La letteratura francese in Italia negli Anni Settanta, Urbino, Montefeltro, 1978, pp. 172
-  Corbière e le sue maschere, Urbino, Quattroventi, 1984, pp. 135
-  Giovanna d'Arco, Milano, Rizzoli, 1986, pp. 254 (Premio Frontino-Montefeltro per la Saggistica). Nuova edizione Rizzoli, B.U.R., 1995
-  Trame di capolavori della letteratura francese dell'Ottocento, Milano, Rizzoli, 1991, pp. 364.
 
Sabato 28 aprile alle 9,30 nel teatro dell’Opera del Casinò in collaborazione con “The international Association of Lions Clubs, distretto 108 I A 3  verrà presentato il convegno “La famiglia nel terzo Millennio. Relatori S.E. Mons Josef Romer segretario del Pontificio Consiglio per la famiglia, il prof. Paolo Crepet, psichiatra e Scrittore, l’Avv. Cesare Rimini, scrittore, l’ing. Antonio Galliano Direttore dell’Osservatorio sui diritti dei Minori. Presenziano S.E. Mons. Alberto Maria Careggio, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, il Governatore Lions. Fedele Andrea Palmero, la coordinatrice distrettuale Maria Grazia Tacchi. Moderatore Ito Ruscigni.